mani

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mercoledì 4 giugno 2014

Nel mio eremo affollato di silenzio
attendo l'Amato
per svelarmi nei suoi occhi

e versare l'acqua raccolta dalla pioggia
nel ventre della terra

O vita equa ma a volte indecifrabile
fa che l'attesa sia lunga
non più di un sospiro
ch'io possa non sapere
quanto capiente sia il calice della solitudine

Fa ch'io possa aver sempre spazio
per acqua nuova
e sempre nuove bocche da dissetare

e nelle notti dove il freddo corrompe le ossa
possa essere vino novello
e foglia di canapa
per danzare ancora ebbro
assente alla mia danza
danza senza danzatore.



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